E pensare che sono nate da una costola
🌺Ieri, 8 marzo, il mondo ha commemorato la Giornata internazionale della donna. E noi la ri-festeggiamo a modo nostro, raccontandovi delle storie.
“Lo sport femminile è la cosa più antiestetica esistente che gli occhi umani possono contemplare”. A dichiararlo fu il barone Charles Pierre Fredy de Coubertin, fondatore dei Giochi olimpici moderni, sostenitore dell’inadeguatezza della fisiologia femminile per la pratica sportiva.
Nonostante il veto, il 10 aprile 1896, sulla starting line della prima maratona olimpica che si svolse ad Atene si presentò una donna, Stamáta Revíthi: greca, 30 anni circa, vedova, due figli e il sogno di guadagnarsi un po’ di gloria (oltre a un lavoro). Fermata dal Comitato olimpico, il giorno seguente l’intrepida percorse in solitaria l’intera distanza in circa 5 ore e mezza. P.S.: non avendo il permesso di entrare nello stadio Panathinaiko per il rush finale, Stamáta concluse gli ultimi metri girando intorno allo stadio stesso.
Della sua vita non si seppe molto, un mix di storia e leggenda fino al 1975, quando il suo nome apparve nell’Annuario dell’Atletica Femminile.
Per fortuna la storia sportiva è ricca di donne cocciute come Stamáta.
Tra le tante rivoluzionarie che osarono invadere gli spazi maschili dell’universo sportivo c’è sicuramente Fanny Blankers-Koen, “la mammina volante”, l'atleta olandese che vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Londra del 1948 dopo due gravidanze. Che fecero più scalpore delle vittorie stesse.

E che dire della nostra Ondina Valle, obbligata a rinunciare alla partecipazione dei Giochi olimpici di Los Angeles del 1932 perché considerata sconveniente dal Vaticano! Per la cronaca: Ondina si prenderà la rivincita quattro anni dopo a Berlino, dove si metterà al collo la prima medaglia d’oro italiana femminile nella specialità degli 80 metri a ostacoli realizzando anche il record mondiale.
Non possiamo chiudere questa breve carrellata di pioniere dello sport femminile senza ricordare Roberta Louise Gibb, Bobby Gibb, la prima donna a correre una maratona, quella di Boston del 1966, nonostante il rifiuto espresso dall’organizzazione in sole nove parole: "Women are not physiologically capable of running a marathon".
Infine, per la cronaca, dobbiamo invece attendere il 1984 per vedere la maratona femminile entrare finalmente nel programma olimpico. E questo grazie alla vittoria dell’americana Joan Benoit che a Los Angeles coprì i 42,195 km in 2h24’, 52”.
Cresce la percentuale femminile ma non la visibilità.
A passi lenti ma inesorabili, la percentuale di atlete donne presenti nei grandi eventi sportivi sta aumentando. All’ultima edizione dei Giochi olimpici di Tokyo la loro partecipazione è arrivata al 48,7% , mentre la rappresentanza femminile nel Comitato Olimpico Internazionale è stata del 33,3% per quanto riguarda il comitato esecutivo, del 50% per le commissioni.

Concludiamo con una tirata di orecchie ai media nazionali e internazionali. Infatti, secondo un’indagine dell’Unesco pubblicata su Il Sole 24 Ore, al di fuori dei periodi in cui vengono trasmessi eventi sportivi come le Olimpiadi, lo sport femminile riceve una copertura mediatica che arriva solo al 4%, nonostante il 40% dei partecipanti alle competizioni siano donne.
🟣 Sport in gravidanza? Sì!
Se le due gestazioni di Fanny Blankers-Koen fecero sobbalzare gli organizzatori sportivi misogini del dopoguerra, oggi le atlete professioniste e non, corrono o praticano altre discipline prima, durante e dopo il parto.

Vero: non tutte possono contare su un fisico come quello della Jackson (vedi foto), però con consigli mirati e il consenso medico, le donne possono (e dovrebbero) praticare attività fisica anche in gravidanza. Lo conferma anche la dottoressa Marie-Charlotte Wanet, fisioterapista, specializzata in fisioterapia ostetrica.
Bastano 150 minuti di attività fisica alla settimana per avere un corpo tonico, sano e pronto per accogliere la nuova vita.
Ma quali sono i benefici che lo sport regala alle gestanti?
Per citarne alcuni: favorisce un recupero più rapido nel post-parto, permette di tenere sotto controllo il peso, migliora l’umore, incrementa la tolleranza allo sforzo.
🟢 Sapete cos’è il corporate well-being?
Il nostro progetto Un Metodo per le aziende è finalmente partito alla grande, con screening di prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici correlati al lavoro e visite cardiologiche. Il tutto erogato sul luogo di lavoro. Le aziende investono sempre più in programmi di corporate well-being per attrarre e trattenere i dipendenti e noi siamo quindi felici di mettere a disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per soddisfare questa esigenza di benessere.
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📷 Abbiamo visitato Straordinarie - Fino al 17 marzo, nella Cattedrale della Fabbrica del Vapore di Milano si può visitare questa mostra bella mostra fotografica. 110 volti di donne protagoniste di cambiamenti sociali e culturali. Straordinarie è parte della campagna #indifesa di Terre des Hommes.
📚 Abbiamo letto L’importante è partecipare, un libro che spiega bene entusiasmi, problemi, successi, fallimenti di 130 anni di storia delle Olimpiadi.
📽 Ci siamo emozionati nel guardare questo breve trailer del film Cholitas che racconta la storia di sei donne indigene boliviane della tribù Aymara durante la spedizione che le porterà a scalare la montagna più alta d'America, il Monte Aconcagua. Un inno alla forza, alla determinazione e alla libertà. Así se hace!
Le specialiste del Metodo
La dottoressa Marie-Charlotte Wanet è laureata in fisioterapia, è specializzata in fisioterapia ostetrica e nella riabilitazione addominale e pelvi-perineale con il metodo posturo-respiratorio de Gasquet.
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Ci si rivede il sabato 13 aprile con una puntata dedicata al 😴.