Tra le braccia di Hypnos
😴Hypnos dormiva in una grotta sulle rive del fiume Oblio. Il suo compito era quello di sopire le sofferenze del genere umano cullando i loro sonni e rendendoli piacevoli.
Aprile, dolce dormire? Non proprio… Il cambio di stagione, l’aumento delle ore di luce e di temperatura sembrano infatti essere i principali responsabili dei disturbi del sonno che in primavera si acuiscono. Se siete di quelli che contano le pecore fino all’alba, sappiate di essere in buona compagnia: secondo una ricerca dell'Associazione italiana medicina del sonno, sono ben 13,4 milioni gli italiani che soffrono per la mancanza di un sonno ristoratore.

Perdonate il luogo comune se diciamo che è necessario dormire bene per godere di buona salute fisica e psichica. Ma è proprio così. Durante il continuo alternarsi delle fasi REM (sonno profondo) e non-REM, consolidiamo i ricordi, rinforziamo le nostre capacità cognitive, ripuliamo il cervello dai prodotti di scarto dei neuroni e svuotiamo il ‘cestino’ pieno di memorie inutili.
Il sonno è poi un grande alleato di chi fa sport. Lo sanno bene gli atleti di alto livello: per diventare un campione occorre dormire tanto e bene, quindi circa dalle 8 alle 10 ore al giorno. Durante la fase più profonda, infatti, il corpo mette in atto importanti processi di riparazione dei tessuti danneggiati dall’esercizio fisico intenso. Per lo stesso motivo, i benefici di una sana dormita si ripercuotono anche sulla riabilitazione. Lo conferma uno studio americano: senza un sonno adeguato i pazienti si presentano in studio affaticati, poco concentrati sull’esercizio terapeutico, tendono ad avere una soglia del dolore più bassa e hanno tempi di recupero più lunghi.
Come già accennato, mentre noi dormiamo il nostro organismo si mette al lavoro per sistemare situazioni critiche che si creano qua e là. Chi fa il lavoro più importante è senza dubbio l’ipofisi, la più importante ghiandola endocrina dell'organismo umano, che durante la fase di sonno profondo aumenta la produzione e il rilascio dell’ormone della crescita e del testosterone, essenziali per la riparazione dei tessuti e la crescita muscolare.
🟠 Come mi metto?
Il grande dilemma è sempre quello: quale posizione devo assumere per dormire bene? Lato destro, sinistro, pancia in su, pancia in giù… Dunque, pare che il lato sinistro sia quello più gettonato: la circolazione del sangue verso il cuore è migliore così come la digestione. Ne giova chi soffre di reflusso e anche le donne in gravidanza, visto che in questa posizione l’utero non dà noia al fegato.
Dormire sul lato destro, invece, migliora la respirazione e riduce il rischio di apnee notturne, mentre dormire in posizione supina (pancia in su) è l’ideale per chi soffre di tensioni e contratture muscolari. Maglia nera delle posizioni è quella prona (pancia in giù), perché obbliga a schiacciare il viso sul cuscino. In questo modo, per respirare dobbiamo eseguire una torsione della testa verso destra o sinistra e a posizionare un braccio sotto la testa, creando una forte pressione al collo e tensioni alle spalle. Essendo poi una posizione innaturale per la spina dorsale, lo stare proni potrebbe creare disturbi anche a livello lombare.
Tensioni e contratture da posture errate sono tra le cause principali dei dolori muscolari dei nostri pazienti.
🔎Curiosità
Era il 28 dicembre 1963 quando Randy Gardner si alzò dal letto alle 6 di mattina per rimanere sveglio per 11 giorni filati, cioè 264 ore. L’esperimento era finalizzato alla partecipazione del concorso scolastico di scienze, ma incuriosì a tal punto un gruppo di scienziati da diventare materia di studio. La vicenda permise a Randy di entrare nel Guinness World Records.

Comunque, al termine della maratona insonne, alla domanda: «Com’è andata?» la risposta secca fu «Un inferno!». Nel 1977 il suo record venne battuto da Maureen Weston, che non dormì per 449 ore (quasi 19 giorni).
🎧 Un po’ di musica e cambiamo pagina.
🟢 Pausa attiva: ma sai che funziona?
Continua il nostro progetto di corporate wellbeing. La prossima settimana saremo in un’azienda del territorio bergamasco per parlare ai dipendenti dell’importanza della pausa attiva (gli americani 🇺🇸la chiamano active break).
In poche parole, consiste essenzialmente in brevi routine di mobilità articolare di base e funzionale, esercizi di stretching, rinforzo e rilassamento eseguite durante le interruzioni della vita lavorativa.
Buone notizie
Ci piace lo sport, lavoriamo con molto atleti e quindi siamo felici di condividere notizie come questa, segnalata dalla newsletter di Flavia Brevi.
⚽️ Si tratta del progetto Uefa Playmakers, rivolto alle bambine tra i 5 e gli 8 anni che vogliono iniziare il loro percorso nel mondo del calcio. Attraverso l’avventura, la narrazione (e in collaborazione con Disney), le giovani calciatrici possono avvicinarsi a questo sport. Come si legge sul sito della Federazione italiana giuoco calcio, “Playmakers segue un’idea di narrazione unica e si basa su un approccio giocoso e divertente. Il movimento, il lavoro di squadra e l'immaginazione sono al centro della proposta”.
Vi lasciamo segnalandovi lo specialista del Metodo per questo mese di aprile.
Lui è il dottor Paolo Carati, specialista in Medicina dello Sport e specializzato in ecografie muscolo-scheletriche.
Grazie alle sue indagini diagnostiche erogate in studio e alle indicazioni del dott. Giovanni Ravasio, ortopedico e traumatologo dello sport, i nostri fisioterapisti possono intervenire con tempestività con programmi riabilitativi ad hoc.
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Ci vediamo sabato 11 maggio!